Chi non n'è mai stato spettatore non potrà vivamente figurare qual sentimento si manifesta ne' romiti luoghi quando la fede animò l'uomo ad ergere un'ara nel silenzio dei campi.
( S. Morelli )
A Carovigno, da centinaia di anni, si svolge “la battitura della 'Nzegna“, spettacolo rievocativo misto di folclore e devozione religiosa, che si ripete il lunedì, il martedì ed il sabato dopo Pasqua.
La ”battitura” è una sorta di danza eseguita da due “Battitori” che al ritmo di un'antica musica rievocante il tempo sincopato della pizzica salentina, sventolano e lanciano in aria una bandiera multicolore (la 'Nzegna) in segno di preghiera e ringraziamento nei confronti della Madonna di Belvedere.
Il drappo variopinto volteggia in aria attraverso i sapienti movimenti dei battitori, al suono di piffero, tamburo, tamburello e grancassa, ed ogni volta richiama gli abitanti del posto, gli emigranti ed i turisti ad assistere ad un appuntamento irrinunciabile, tenendo tutti col naso all’insù.
Questa pratica molto antica, affonda le sue origini, in parte ancora sconosciute, in una storia dai tratti leggendari tramandata da generazioni ma raccontata nei testi solo a partire dal 1715 (da Padre Serafino Montorio). Il rituale della battitura è associato alla rievocazione del casuale ritrovamento, da parte di un pastore alla ricerca di una giovenca smarrita, o di un signore di Conversano ammalato e desideroso di rendere omaggio alla Madonna apparsagli in sogno e per questo miracolosamente guarito, di una immagine sacra, di probabile origine bizantina, affrescata sulle pareti di una profonda grotta, sino ad allora evidentemente sconosciuta o dimenticata, sita in c.da Belvedere.
Sulla strada del ritorno in paese, il pastore (o il signore guarito), preso da un moto di incontenibile gioia per il ritrovamento, avrebbe preso a danzare e a lanciare in alto il suo bastone a cui aveva annodato un fazzoletto colorato, con l'intento di richiamare le genti della zona, animato dal desiderio di far festa e di ringraziare la Madonna, per il ritrovamento ovvero per la sopraggiunta guarigione.
Si ipotizza che la scoperta della grotta sia avvenuta al tempo in cui Carovigno era sotto la Signoria di Sighelgaide, contessa di Brindisi, moglie di Goffredo, sire di Conversano e fratello di Boemondo principe di Taranto.
L'ipotesi più verosimile è che i dipinti siano stati collocati nella grotta sotto Leone Isaurico Iconoclasta, quando i religiosi, volendo scampare alla sua vendetta, professavano la loro fede religiosa nelle profonde gole della terra.
In corrispondenza della grotta sarebbe poi sorto il Santuario attualmente dedicato alla Vergne SS. Di Belvedere, menzionato nei documenti della Curia Arcivescovile di Ostuni sin dal 1160, abbellito da Pirro Loffreda nel 1501 e definitivamente restaurato e ampliato dal Principe Alfredo Dentice nel 1875.
La 'Nzegna
Una bandiera composta da pezzi triangolari di stoffa multicolore, disposti ad incastro in doppia fila intorno ad un quadrato, all’interno del quale è raffigurato, con gli stessi colori…
I Battitori
“….il devoto ed un suo congiunto spiegando da due grandi bastoni con corbia di piombo due larghe insegne di seta a varii colori le svontolano buona pezza in aria al suon d'un piffero e d'un tamburo…”
RIEVOCAZIONE
“…non manca poi alla festa una pomposa gualdana, la quale serve a ricordare il costume divoto, e ad un tempo festevole, con cui le potestà, ed i principali del paese in treno dignitoso, proprio di…”