E’ una bandiera composta da pezzi triangolari di stoffa multicolore, disposti ad incastro in doppia fila intorno ad un quadrato, all’interno del quale è raffigurato, con gli stessi colori dei triangoli, un fiore a dieci petali pentagonali, stilizzato.
Volteggia nell’aria attraverso i sapienti movimenti dei battitori, ed ogni volta richiama migliaia di persone ad assistere ad un appuntamento ormai irrinunciabile per i locali ma anche per tanti turisti e numerosi curiosi .
Lo storico locale Vincenzo Andriani, nel 1830, attribuì ai “Veneziani che s’intrattennero in tempo del Turco che poi prese Otranto” l’introduzione dell’uso della suddetta bandiera nei festeggiamenti in onore della Madonna di Belvedere.
Saverio La Sorsa, conoscitore delle tradizioni pugliesi, all’inizio del secolo scorso, assimilò la battitura agli antichi riti pagani svolti dai legionari romani in onore della dea Pallade o del dio Marte.
Più recentemente, il prof. Carito, Direttore dell’ufficio per i Beni Culturali Ecclesiastici della Provincia di Brindisi, ha attribuito al drappo della ‘Nzegna, che raffigura i simboli mariani del triangolo (o montetto) che nella cultura bizantina è associato all’immagine della Vergine e quello della Rosa Mistica, individuabile al centro della bandiera, anch’esso simbolo di Maria documentato fin dal medioevo, il significato di “pasquale segno di pace tra la comunità greca e quella di culturale latina“, collocando cronologicamente l’episodio ancor oggi rievocato, all’epoca della conquista della Puglia da parte dei normanni e della complessiva ridefinizione dei rapporti coi cristiani di Bisanzio.
La bandiera della ‘Nzegna potrebbe quindi rappresentare un documento storico al quale molti attribuiscono, per la geometria dei disegni che la caratterizzano e soprattutto per la coincidenza trai giorni della battitura e quelli dedicati ai festeggiamenti della Pasqua Ortodossa, significati ulteriori e diversi rispetto a quelli narrati dalla leggenda.