“…non manca poi alla festa una pomposa gualdana, la quale serve a ricordare il costume divoto, e ad un tempo festevole, con cui le potestà, ed i principali del paese in treno dignitoso, proprio di quei tempi cavallereschi, si recarono la prima volta a venerare la rinvenuta nascosta immagine…”
( V. Andriani )
Ancora oggi, il lunedì ed il martedì dopo Pasqua, una numerosa e colorata processione parte dalla Chiesa Matrice ed attraversa le principali vie del paese per raggiungere il luogo deputato alla battitura.
Al corteo partecipano, le autorità civili e religiose, le confraternite, gli stessi battitori, circa 300 figuranti in costume storico, gli sbandieratori, ed un gran numero di cittadini, che ansiosi di assistere alla battitura accompagnano la statua della Madonna di Belvedere verso il centro della piazza e Le si assiepano intorno con il cuore curioso e palpitante.
Tre colpi di grancassa scandiscano i passi dei battitori che avvolti nella ‘Nzegna, si portano verso il centro e danno inizio alla loro danza di fede. Il suono del piffero li segue e li accompagna rimarcando con lunghe note squillanti e mozzafiato, gli attimi in cui le bandiere vengono lanciate in aria ed i respiri degli spettatori si interrompono nell’attesa che i battitori le riprendano al volo prima che tocchino terra.
Il rito si conclude con l’inchino finale e la deposizione della ‘Nzegna ai piedi della statua della Madonna.
Il corteo quindi si ricompone per far rientro in cattedrale.